Sono sempre stata una persona curiosa e tutto nasce con un invito ad un evento. Monologo di un matto, l’album d’esordio di Eustachio, mi prende subito e così parte una bella conversazione.
Quando Eustachio diventerà famoso, e io penso che prima o poi succeda, potrò vantarmi di averlo scoperto in giro per il web. Come faccio di solito. Come scopro tutto ciò che poi alla fine mi appassiona.
Disponibilissimo, ma in questo momento impegnatissimo, il cantautore campano risponde ad alcune mie domande con ironia e profondità. A testimoniare che le sue non sono solo canzoni, ma un luogo dove conoscerlo di persona.
Il 5 novembre è vicino, come ti senti?
Mi sento emozionato, teso, adrenalinico. Sabato rappresenta per me l’inizio di un nuovo percorso e ce la metterò tutta per dare il meglio di me.
Primo album e un groove pazzesco dato da quanti anni di musica? Come hai cominciato?
Suono praticamente da quando sono bambino. Ho iniziato con la fisarmonica grazie a mio nonno dal quale eredito oltre al nome anche la passione per questo strumento e da allora non ho mai smesso. Oggi strimpello vari strumenti ma la fisarmonica rimane quello che preferisco perché mi permette di far venir fuori la parte più musicale che è in me. Riesco a ritagliarmi sempre il tempo per una suonata e se il tempo manca me lo creo. Sono veramente molto rare le giornate in cui non tocco nemmeno uno strumento o in cui non mi metto a scrivere qualche riga.
Mi sono andata a cercare i tuoi video e ti ho trovato a fare Tammurriate, Pizziche e Tarantelle, video dove ti si vede appena, ma dove ti si sente. Quanto questo background ha influenzato il tuo nuovo album?
Gianmaria Testa diceva che siamo fatti di ciò di cui ci siamo imbevuti. E’ proprio vero. Per un cantautore la musica che ascolti o che hai ascoltato, la musica che hai suonato va a condizionare inevitabilmente anche la musica che fai. Io ho iniziato suonando musica popolare, mi sono appassionato crescendo alle sue tante sfumature e inevitabilmente questo background si riflette nel mio modo di fare canzoni.
Da grafica, ti faccio i complimenti per la copertina, fantastica, da scrittrice per il titolo e il nome dei brani, poetici. Finita la leccata di culo ti dico, quanto ci è voluto per tirare fuori tutto ciò che avevi dentro?
Alcune volte bastano pochi minuti e l’ispirazione giusta per riuscire a fare un brano valido altre volte invece c’è bisogno che il brano resti a decantare per un po’ di tempo proprio come un vino pregiato. In entrambi i casi ciò che conta è scrivere sempre ciò che senti , senza farti condizionare.
E quanto ci è voluto per riuscire a farti ascoltare?
Gli amici e la famiglia mi ascoltano da sempre, ufficiosamente la mia iniziazione musicale è avvenuta infatti 8 anni fa con il brano “le streghe del 3003” contenuto nell’album in uscita. Ufficialmente però il mio percorso da cantautore inizia sabato.
Sei mai stato a Milano? Cosa pensi della mia città?
Sembrerà strano ma ci sono stato solo una volta, due anni fa per un master. Mi ha colpito da subito, appena uscito dalla stazione. Che dire una città che offre di tutto spero di ritornarci per presentare il mio disco.
Pensi che il nord dia più spazio alla musica? O sia più facile far sentire la propria voce?
Credo che oggi sia molto difficile far sentire la propria voce ed emergere rispetto a qualche decennio fa. Non esistono più quei luoghi di libera condivisione musicale come poteva essere il folk studio. Ma solo reality e competizioni canore per ugule allenate. Per esecutori che hanno l’obbligo di sottostare ai dettami imposti dalla moda canora del momento.
Non è una questione di nord e sud, penso che l’Italia in generale dia poco spazio alla musica d’autore controcorrente. C’è un filone di musica indipendente, di artisti che amano suonare ed esprimersi che rappresentano però una realtà poco considerata perché fuori dalle logiche commerciali imposte dal sistema musica italiano.
Cosa rispondi a chi dice che al sud le cose non si fanno e se si fanno sono fatte male? Perchè a me, a giudicare dal tuo album… non sembra proprio.
Tutta invidia…
Domanda di rito, ma tanto lo so già: chi sono i tuoi riferimenti artistici?
Sicuramente la musica cantautorale italiana dagli anni 60/70 a salire. De andrè, Battiato e Dalla occupano il podio e credo si senta
Hai pochi secondi per convincermi a venire il 5 novembre a sentirti e soprattutto a comprare il tuo album.
Ti dico solo che chi non ascolta non ha mai nulla da dire.
Vuoi ringraziare qualcuno in particolare? A parte me logicamente?
Ringrazio tutte le persone che mi hanno sempre sostenuto e che hanno creduto in me fin da subito. Ringrazio l’arrangiatore Gabriele Grifa e l’underbeat school , lo studio di registrazione “sound design” di Marco Ruggiero , i musicisti e tutte le persone che hanno collaborato alla realizzazione dell’album.
Quindi ragazzi io vi ricordo che Monologo di un matto (che a quanto pare tanto matto non è), uscirà il 5 novembre con etichetta Officina. Il concerto di presentazione dell’album si terrà sabato 5 novembre 2016. Presso il Castello della Leonessa di Montemiletto (AV) alle ore 21.00.
Ingresso totalmente gratuito. Link evento sabato 5 novembre.
E per quanto riguarda la mia domanda personale su cosa è l’arte Eustachio ci saluta così:
L’arte è come uno specchio che ci permette di porre attenzione e vedere ciò che in realtà già c’è ma che ignoravamo. L’arte dunque è una forma di conoscenza.