Forse, per prima cosa, dovrei scrivere: io vedo il mare. Parte tutto da lì credo, non può essere altrimenti.
Parte quindi esattamente alla veneranda età di otto anni… quando avevo una migliore amica: Eleonora.
Eleonora abitava un piano sotto al mio in una di quelle fatiscenti case popolari milanesi costruite negli anni ‘50, quando ancora l’architettura fascista la faceva da padrona.
Lei era la figlia della portinaia.
Quindi ci siamo conosciute praticamente subito, me la ricordo ancora quando aveva due anni e camminava con i piedi un po’ a papera, io ne avevo 4.
è stato il mio primo amore si può dire: ero gelosissima di lei, non volevo che nessuno vedesse quanto fosse speciale e volevo passare più tempo possibile insieme a lei. Devo ammettere che verso i 10 anni provai anche un’attrazione fisica, ma c’era soprattutto solo un enorme sentimento che ci faceva sentire uniche.
è con lei che io ho visto il mare per la prima volta, eravamo su uno skateboard sgangherato di mio fratello Massimiliano, di cui Lele era follemente innamorata, ed io, di conseguenza, follemente gelosa. Ma non certo di mio fratello! Quello skateboard non faceva altro che andare avanti e indietro in un atrio di una casa non abbastanza grande per quel tipo di gioco, ma era la nostra barca, la nostra unica salvezza da quel mare così agitato e pericoloso. Una barca minuscola, senza remi, dovevamo usare le braccia per governarla. Le onde ci trascinavano prima in avanti verso di loro e poi ci scaraventavano lontano.
Le stelle brillavano sul soffitto e la luna illuminava dal lampadario la stanza; così in quel mare si poteva vedere un po’ di fondale e la fauna che viveva libera nell’acqua da noi tanto temuta.
Forse mi sarei anche goduta quello spettacolo se non fosse stato per un’onda gigantesca che fece ribaltare la nostra barchetta bianca. Eleonora, seduta sulla panca davanti a me riuscì a tenersi salda al legno e miracolosamente fece un giro su sé stessa di 360° insieme alla nostra imbarcazione, io non fui così fortunata, la mia mano scivolò e la mia presa cedette all’urto, mi ritrovai in mare aperto, cercando di rimanere calma. I raggi della luna filtravano, questo era vero, ma lo stesso quel mare era più nero del petrolio. Eleonora mi porse la sua mano.
“Prendila!”
“non ce la faccio!” gridai io. E nel farlo un po’ d’acqua mi finì in gola e sentii il bruciore ed il sapore salato scendere nel canale sbagliato, presi a tossire più forte che potevo.
Annaspando arrivai alla barca e prendendo la mano di Eleonora riuscii a salire. La corrente ci portò molto lontano da dove avremmo voluto andare… troppo lontano… ma alla fine questa è un’altra storia…
Ecco, sdraiata su quel pavimento di marmo freddo, completamente di un altro colore praticamente in ogni stanza, io vedevo il mare, io lo sentivo, e lo odoravo. Mi basti dire questo per spiegare, o meglio far comprendere la mia storia fatta di sensazioni continue e di continui avvistamenti di isole deserte dove poter ormeggiare e trovare qualcosa da mangiare:
io vedo, ancora, il mare.
Io sento esattamente le stesse cose di all’epoca quando provo uno stato di benessere, è come essere in un gioco di fantasia che non puoi e non vorresti smettesse mai. C’è chi stando vicino a me è riuscito per un attimo a vederlo il mio mare e chi è riuscito a bagnare solo i piedi, c’è chi lo viveva con me, ma tutti, proprio tutti, pensavano che dopo di me non potessero più vederlo, ma alla fine ciò che faccio io è solo insegnare a capire dove è.
Posso anche definirmi una persona drogata di questa sensazione; per chi fuma forse sarà più facile capire, ma sicuramente capirà cosa intendo coloro che hanno fatto uso, invece, di sostanze stupefacenti.
Immaginate una droga talmente forte da farvi dimenticare tutto, dandovi la sensazione di poter essere chiunque nel mondo, provando, nel frattempo, solo emozioni positive, ma priva di controindicazioni. Ecco, questa è la mia droga, ora da drogata dovrei disintossicarmi perché non ferisco solo me, ma anche le persone che mi amano, che non comprendono come quella cosa posso essere più importante di loro. Ci si promette sempre di voler smettere di fare qualcosa, o di voler fare una dieta, è il incomincio lunedì che frega.
E a me ha sempre fregato, in queste pagine sicuramente lo capirete e mi odierete e mi sosterrete e avrete compassione di me, unico personaggio davvero negativo della storia, magari vi innamorerete, ma vi sentirete degli stupidi perché penserete che vi sto prendendo in giro, ma vi farò vedere il mare e non potrete più farne a meno.